sabato 5 dicembre 2009

Giorgio Antonucci, la Psichiatria

Vedi
sulla porta

sotto lo spioncino
i segni
delle mie unghie
le impronte delle mie mani
è quella
la mia storia
di detenuto

il mio diario. (Giorgio Antonucci)
ascolta la versione recitata  


Parte del discorso estratto dal video

La psichiatria fa parte di un mondo in cui l'individualità, la libertà, sono una minaccia, cioè un mondo che vuole omologare tutti, e si vede si va sempre più in quella direzione, non a livello italiano, ma a livello internazionale. Allora, se tutti si deve essere uguali, se tutti si deve essere sottomessi, se tutti si deve parlare lo stesso linguaggio, gli psichiatri servono. [...] Emmanuel Kant diceva: se il pensiero è libero, non c'è alcun limite che gli si possa porre. Il pensiero libero significa che io posso dire le cose che risultano vere e le cose che risultano false, le cose che risultano dimostrabili e quelle fantastiche, le cose che possono essere dimostrabili scientificamente e quelle che non lo sono. Per questo l'uomo ha fatto tante cose. Se il diavolo esiste e lo dice il papa, milioni di persone ci credono... [mentre] se una donna di campagna, che fa una vita difficilissima, dice che è perseguitata dal demonio, la mettono in una clinica psichiatrica. Sono queste le domande. [...] la medicina ci'ha due aspetti dall'antichità fino a ora, dagli egiziani fino a ora: un aspetto è il medico che si preoccupa della salute della persona che si rovolge a lui per migliorarla; l'altro aspetto è il medico al servizio dell'autorità. Sono due aspetti. Il medico al servizio dell'autorità non è al servizio del paziente. La medicina, che ha avuto sempre questa doppia faccia, nell'era moderna, dal seicento in poi, la faccia e del mantenimento dell'ordine è la psichiatria. Appunto l'istituzione manicomiale, pochi anni prima che io cominciassi a lavorare qui, dipendeva dal ministero degli interni: ordine pubblico. Poi l'hanno passato al ministero della sanità. Ma quando dipendeva dal ministero degli interni era più chiaro.

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