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martedì 15 gennaio 2013

Prima legge della psichica: tutto si crea e tutto si distrugge

  Volumi e volumi, libri su libri, ma non siamo mai liberi di preservare la nostra salute. Ci sono enti creati appositamente per questo. La sua tutela viene dall' alto e la manna-ia cur-attiva scende dal cielo dove risiedono gli dei dell'Olimpo Medico Soccorrevole (OMS). Vedete come è facile creare dal nulla un ente. Basta volerlo, purché vi sia opportunità di guadagno. La falsa scienza, come quella incentivata dalle industrie, segue il motto "tutto si crea e tutto si distrugge". Insomma: fanno il cazzo del comodo loro. E noi, pollame della miseria, razzoliamo per un po' democrazia, ci arrabattiamo per la libertà, rivendicando alla politica il ruolo istituzionale per ottenerle.
   Leggo su Il Fatto quotidiano [1] che il Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders) [...], la bibbia degli psichiatri, , molto spudoratamente, è stato modificato "abbassando la soglia della malattia. Il che significa che molte più persone potrebbero essere considerate ‘malate’ e vedersi somministrare psicofarmaci: scatti d’ira, il dolore da lutto, le dimenticanze tipiche dell’età e mangiare in modo eccessivo potranno infatti essere considerati più facilmente sintomi o malattie mentali".
   Non è una novità. Pensiamo per es. all'ADHD e alla sua fin troppo abusata diagnosi. Su Wikipedia si legge che "il disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini". È facile capire come possa essere sfruttata appieno questa definizione, ampiamente interpretabile clinicamente e diagnosticamente. Una volta creata la definizione, si crea dal nulla la malattia. Sei iperattivo, disattento? Allora abbiamo, noi industriosi farmaceutici, questa magnifica pilloletta che ti rimetterà a posto. Una pillola per tirarti giù (l'etichettamento) e una per tirarti su (la terapia). Sono qualità queste dell'iperattività e della disattenzione tipicamente umane, perché mai si deve ricorrere al farmaco appositamente studiato.
Non può essere forse un problema da risolvere psicologicamente?... Sarebbe anche più costoso, in quest'ultima ipotesi, considerate le parcelle degli analisti. Si obietterà che l'ADHD sia riconosciuta come malattia solo in alcuni casi evidenti, non altrimenti spiegabili. L'uso proprio, avallato e certificato dal DSM,  connesso ai referenti contenuti nel manuale medico, sempre più modificato e allargato da nuove invenzioni scoperte, ne giustifica la deontologia professionale. Siamo nel massimo della merda. E l'abuso, dove lo mettiamo?... L'abuso prima di tutto inizia con l'invenzione della malattia, prosegue con la diagnosi e la terapia specifica. È banale, è ovvio, lo so, ma la terapia è di fatto falsa in quanto si basa su una diagnosi di una malattia creata ad hoc.  L'ADHD non esisteva prima. Quindi due sono le cose o la si è scoperta o la si è inventata, cosa molto più verosimile. La società cambia molto nel tempo e produce "disturbi" adeguati secondo questi cambiamenti indotti. La popolazione mondiale aumenta sempre più, lo spazio vitale per gli individui diminuisce di conseguenza. Aggiungiamo l'inquinamento da smog, quello da rumore, ecc... Il mondo diventa sempre più invivibile e disturbato, senza regole rispettate e chi ne trae giovamento è l'industria dei farmaci che promette dovunque e comunque soluzioni magiche con la sua bacchetta magica a qualsiasi problema rilevato. È la magia che dal nulla crea, o, meglio interpreta la realtà a suo vantaggio. Invece di criticare, curare, riparare il sistema, ci si accanisce a trovare inghippi, magagne, nei suoi costituenti: le persone.
Anche in campo non prettamente psichiatrico, l'industria farmaceutica fà il suo bel lavoro, abbassando la soglia minima dei valori pressori o quella relativi all'insulina per il diabete, del colesterolo... Beh, non c'è che dire si danno un gran da fare. Da un giorno all'altro chi non era considerato malato, di colpo viene ad esserlo. Leggo anche su disinformazione.it in merito all'ipertensione che...
La definizione di pressione sanguigna alta [ipertensione], si è di molto allargata nel 2003, in modo da permettere alle case farmaceutiche di poter vendere farmaci pieni zeppi di effetti collaterali ad un buon 45.000.000 di persone in più. Dato che il Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and Treatment of High Blood Pressure – all’interno di un gigantesco giro di collusione con l’industria farmaceutica – ha deciso che dei valori di fatto relativamente bassi di pressione sanguigna erano diventati dei fattori di rischio cardiaco, di colpo – milioni di persone ed altri milioni a venire – si sono ritrovate etichettate come anormali e bisognose di trattamento per una diagnosi che non sarebbe mai esistita se quel comitato scientifico non si fosse mai riunito. (disinformazione.it )

   Tralasciando i casi specifici di vera disfunzione organica (percentuale irrisoria) dovuti ad effettiva malattia (e anche qui ci sarebbero dei distinguo da fare) e facendo riferimento a un discorso generale, possiamo dire che la psichiatria, senza possibilità di essere smentiti, crea malattie dal nulla, o, meglio, dagli umori, dall'istintività, dai rapporti interpersonali, s'intrufola dappertutto e in tutto ciò che riguarda la libertà emotiva delle persone. Addirittura adesso si avventura nel teatro del mondo, creando copioni di drammi, crea realtà. Ma questo è un discorso che andrebbe definito e valutato a parte. I panni sporchi si lavano in piazza, o meglio, in quel ricettacolo di sozzura ideologica e sistematica che è la psichiatria. Mai sognasse di dichiarare che ciò che non va è rintracciabile nel sistema che la tiene in piedi. Nessuno sputa nel piatto in cui mangia e vi mangia piuttosto bene direi, considerati gli introiti da capogiro. Il DSM è una vera porcheria. Parliamo di democrazia, di libertà, ma costoro che gestiscono questo squallido sistema speculativo sulla pelle della gente, non chiede permesso a nessuno, né procede in nome di questi valori illuminati, facendo leva sul fatto che la scienza non è comprensibile ai più. Ma quanti sono numericamente fra gli adepti professionisti in medicina consci veramente del sistema di sfruttamento della salute?... e quanti invece sono formattati all'obbedienza della regola monastica del convento?... La consapevolezza è una dote alquanto rara già nei laureandi, ma che per lo più svanisce allorché si entra nel tran tran del mondo del lavoro. Da allora in poi si ubbidisce (in quanto inconsci) al programma installato, in modo automatico.

  Se il DSM è una porcheria, il discorso non muta certo per l'OMS, questo dinosaurico ente supremo, questo deus ex machina della salute pubblica universale. 
   Ma la medicina o psichiatria che sia, dirà più di qualcuno, nonostante tutto, spesso serve, adducendo casi risolti, di guarigioni non ottenibili, il "se non fosse stato per... a quest'ora..." ecc... Certo, ma in che percentuale?... E siamo sicuri che i casi risolti siano dovuto proprio tutti alla scienza medica? Voglio essere buono. Nell'ottanta per cento dei casi è del tutto inutile e il più delle volte dannosa. A che serve poi guarire, se per una persona se ne fanno ammalare altre 10, abbassando eo ipso dei parametri già di per sé poco oggettivi stabiliti ad hoc. Inoltre, le persone che presume di curare non è forse spesso il sistema sanitario gestito da questa Signora asettica in camice, senza volto, che le ha fatte ammalare?... Stefano Montanari con un sorriso amaro nel suo libro divulgativo Il girone delle polveri sottili cita di un professore universitario che ammoniva i suoi studenti dicendo di ricordare sempre che (cito a memoria),"nonostante le vostre cure il paziente guarirà". Non è una boutade. Le guarigioni in effetti sono sempre autoguarigioni. Vedi omeostasi. Viene riportato anche che durante gli scioperi del personale medico, negli ospedali la mortalità diminuisce. La malasanità non è qualcosa di marcio dentro il sistema medico-farmaceutico, ma la sanità stessa. La malasanità dichiarata dai media è il caproespiatorio, come a dire: "guardate ci sono diverse cose che vanno male, è indiscutibile, lo ammettiamo e siamo noi stessi a denunciarle (quando l'evidenza è ormai sotto gli occhi di tutti) - vedi la coscienza della trasparenza! - ma per il resto è tutto OK". Ma è proprio il resto che non quadra. Basta vedere lo scandalo del vaccino antinfluenzale per H1N1. Questa è la vera malasanità. Quanti sono stati i medici a non avere prescritto il famigerato vaccino ai loro clienti?... La sanità è mala.
   Ancora sul Fatto quotidiano, in merito a questo "allargamento dei parametri che definiscono la malattia" a persone prima ritenute sane, certo dr. Allen dice che vi è “un conflitto intellettuale, non finanziario negli specialisti - beh, difficile a credersi -  che tendono a espandere le proprie aree di ricerca, e ad ignorare le distorsioni che possono verificarsi nell’applicare il Dms V nella pratica clinica reale”. Vabbè diamola per buona. Aggiunge poi lapalissianamente che... “le nuove diagnosi in psichiatria sono più pericolose di nuovi farmaci, perché da queste dipende la somministrazione o meno di farmaci a milioni di persone dai medici di base dopo una breve visita”. D'accordo Allen, ma per caso le vecchie diagnosi non sono state ugualmente pericolose? La diagnosi psichiatrica tout court non è pericolosa?... Non per chi la fà, è ovvio. E che dire delle consequenziali terapie?... Coma insulinico, elettroshock, lobotomia... La storia stessa della psichiatria ab origine è costellata di orrori.



[1] Salute, cambia la “Bibbia” di psichiatria: il dolore da lutto tra i sintomi - Il Fatto Quotidiano

mercoledì 9 dicembre 2009

Ancora sull'ADHD

È incredibile il diportage (sic) del tiggì, come abbiamo visto nel post precedente. La questione dell'ADHD è alquanto controversa, ma i telegiornalieri riporta(va)no la notizia (e non il fatto) in modo unilaterale, a senso unico, con l'esperto di turno, l'intervista dei genitori, la voce fuori campo, ecc... Insomma abbiamo visto il cocktail preconfezionato pronto per il consumatore, ormai consumato e lobotomizzato dall'uso ed abuso del mezzo tele-invasivo. E la controversia dov'è, uno si chiederebbe?... Non certo nella notizia riportata. Ci sono tante altre campane di tutto rispetto e non privi di esperienza e deontologia professionale. È incredibile quanto dissenso e diversità di punti di vista si trovino su Internet riguardo a questa malattia accredita dall'ufficialità medico-industriale.

Comunque anche su Wikipedia vengono espresse controversie generali circa la diagnosi e l'esistenza della malattia
"Quando le autorità scolastiche dicono a una madre, che suo figlio è malato e necessita di essere farmacotizzato, come lei sa che succede nel mondo, ciòè semplicemente una menzogna. Come fa lei a riconoscere ciò che gli esperti chiamano "Deficit d'Attenzione con Disordine Iperattivo" [Attention Deficit Hyperactivity Disorder = ADHD]... semplicemente: non è una malattia. Ora, tale madre non è un'eperta della storia della psichiatria. Lei non sa che la psichiatria ha per centinaia di anni, usato termini diagnostici, cosiddetti termini diagnostici, per stigmatizzare e controllare la gente".

"Quando gli schiavi negri nel Sud scappavano verso la libertà, non è che essi lo facessero per la voglia di essere liberi, ma perché essi soffrivano di una malattia chiamata drapetomania [da drapetes 'schiavo in fuga' e mania]. Non me lo sto inventando. Questa era una disgnosi leggittima. Proprio come lo è il Deficit d'Attenzione con Disordine Iperattivo. Le donne, metà popolazione del genere umano dunque, se erano così pazze da ribellarsi alla dominazione dell'uomo, bene, allora esse avevano una seria malattia chiamata isteria, dovuta al loro utero impazzito".

"Ora nessuno di quei comportamenti è mai stato una malattia, e non è una malattia. Non lo è il disturbo da deficit dell'attenzione. Nessun comportamento buono o cattivo che sia può considerarsi una malattia. Niente a che vedere con le malattie. Così non m'importa come un bambino si comporti. [...] Dire che un bambino è mentalmente malato è una stigmatizzazione, non è una diagnosi. Dare a un bambino uno psicofarmaco è avvelenarlo, non curarlo". (Thomas Szasz, vedi anche su youtube il video Dr Thomas Szasz on Psychiatry )
Se si va su Internet, specialmente su Youtube, c'è un vasto assortimento di dissenzienti, persone che non possono di certo essere considerate dei ciarlatani, dato che sono dei veri professionisti del settore a tutti gli effetti. Mentre il tiggì prosegue imperterrito verso la sua metà unidirezionale con la sua pappardella preconfezionata di regime. Ma si rendono conto della responsabilità che hanno, costoro? Oltre alla fiducia riposta mal ripagata, mi chiedo che futuro possa avere questo tipo di (dis)informazione prezzolata ad oltranza.

È un informazione questa che gira su sé stessa, o meglio, intorno al potere economico (dell'industria farmaceutica in questo caso), avulsa dalla realtà e/o dal fatto, conformata e divulgata secondo gli interessi economici che vi si celano dietro e dentro la notizia. La tivvù, questa televisione statale delle meraviglie, ci vende al migliore offerente. Buttatela nel cesso. Proverbialmente avverso al tubo (catodico), a questo elettrodomestico fin troppo domestico, Eduardo De Filippo, quando veniva chiamato a telefono da qualche addetto della Rai di allora, diceva; "aspettate un momento, che adesso vi passo il frigorifero".

E si trattasse soltanto di una barzelletta!

Sarebbe opportuno tenere la ricerca scientifica e l'industria della salute separate dalla politica, ma spesso questo non si può, tanto sono così inestricabilmente intrecciate l'una all'altra. Elio Veltri, italiano di casa nostra (e non di cosa nostra) spiega qualcosa di generico, ma molto inquietante, che i vari tiggì gossippari (ormai quasi tutti della stessa impronta aziendale) spesso e volentieri tacciono, quando elargiscono a piene mani la loro paccottiglia irregimentata di notizie (e non solo riguardo alla salute e al mercato dell'industria farmaceutica). Non riuscendo a spiegarmelo diversamente, posso solo intuire che probabilmente anche loro, in un modo o nell'altro, fanno parte della filiera a cui fa riferimento Veltri.
"I conflitti di interesse attraversano tutta l'industria. Noi abbiamo solo parlato di un capitolo dell'industria che è quella dei farmaci che è sconvolgente, perché l'industria farmaceutica ha i profitti più alti in assoluto, rispetto a tutte le industrie, e i conflitti di interesse si determinano in tutta la filiera, cioè: la produzione, l'industria farmaceutica, la ricerca scientifica, le riviste scientifiche, le società medico-scientifiche, i medici, le associazioni dei parenti dei malati (anche loro sono pagati dalle industrie farmaceutica), i propagandisti e, cosa più grave in assoluto, insieme a quello della ricerca, le autorità di controllo, che cioè devono decidere se un farmaco è sicuro e se può essere immesso sul mercato" (Elio Veltri, vedi anche il video La scomparsa dei fatti di Marco Travaglio e Elio Veltri).

domenica 6 dicembre 2009

Se sei iperattivo, sarai psicofarmacotizzato


Ecco una delle solite puntanate telegiornaliere. Ci sono tutti gli ingredienti della coercizione ai consigli per l'acquisto della merce, in questo caso l'utente-usato acquista una cura fornita dall'establishment medico, tramite l'informazione praticata a tappeto e nel suo ristretto ambito con-dominiale. L'industria farmaceutica, in questo caso, detta il modo dell'informazione alla speaker RAI. C'è l'esperto di turno, il camice bianco questa volta in borghese, che spiega in termini pseudoscientifici divulgativi, rassi-curante; ci sono una magnifica coppia di genitori-modello (già modellati e formattati secondo norma), felici per la cura fornita al loro figliolo iperattivo, testimoniando così con la loro esperienza diretta (e inconfutabile) l'efficacia del farmaco e la bontà sublime del sistema medico-industriale che secondo quanto viene propagandato pare desidera la salute del cittadino. La musica di Vasco Rossi in sottofondo, la giorn(an)alista sicura di sé a dare la notizia; insomma la pappa è pronta per il teleutente usato-usabile.


Su questa dei farmaci e psicofarmaci somministrati così indiscrimminatamente, a bambini e non, ce ne sarebbe tanto dire. Invece la tivvù statale dell'industria dell'informazione fornisce la sua informazione-preconfezionata.

Le minacce di pena implicite, che non si dicono in tivvù, sono quelle rivolte ai genitori che potrebbero avere la tendenza a rinunciare a curare i figli secondo i consigli (imposizioni) proposti-minacciati dalla medicina ufficiale. Sotto sotto c'è l'intenzione (sottaciuta per ovvie ragioni), di screditare i genitoti come educatori e tutori dei loro figli, qualora rinunciassero a curarli secondo norma medicale. Una forma di omissione di soccorso, insomma, per coloro che mostrassero dubbi e tendenze contrarie a ciò che viene ufficialmente contrabbandato dall'informazione-statale-farmaceutica.

È assurdo somministrare farmaci e psicofarmaci a quella tenera età. Ovviamente democraticamente (o democriticamente), in perfetto stile mafio-informativo non si è fatta sentire l'altra campana, quella dei medici dissenzienti, che non condividono la visione a 360 gradi proposta di questa propagandata cura unidirezionale. Questa è la televisione dittatoriale statale-industriale. Se ci fosse stato un contradditorio, probabilmente avrebbero fatto in modo che fosse stato scelto fra persone meno competenti e facili da massacrare linguisticamente dai ben più preparati padroni del campo, che giocano in casa, che fanno le regole del gioco e la verità dell'informazione.

"Ecco ciò che resta del Sandrino [bambino o teleutente-usato] originale. Lo abbiamo riempito di contenuti e adesso è ambizioso nel piccolo, appagato del suo semi-io e magnificamente corrotto e funzionale".

- "E se un domani avesse qualche pretesa?..."

La mia esperienza personale m'insegna tante cose. Ho subito la somministrazione di psicofarmaci a mia insaputa, poichè si era deciso così, secondo il parere autorevole dei dottori specialisti del settore, che quella doveva essere la mia cura e il mio destino. Posso dire che il danno irreversibile c'è stato senz'altro, ma non lo confesserei mai ai dottori dipendenti statali-industriali, poiché, per bene che vada, non servirebbe a niente. Il muro non risponde. Ma come suol dirsi, si resta come voce fuori dal coro, come un'esile voce di chi grida nel deserto, difficile se non impossibile da ascoltare.

I miei felici genitori di allora, di alcuni decenni fa, mi imbottirono di psicofarmaci, con le evidenti gravi conseguenze immaginabili. Fatto sta che arrivato ormai all'età adulta e della ragione, feci richiesta esplicita, di essere informato riguardo a questo assurdo trattamento psicofarmacologico. Non ci credereste: muro di gomma. Non solo da parte dei medici-psichiatri (ormai non direttamente coinvolti), ma soprattutto da parte dei miei genitori, mia madre in special modo. Alla mia richiesta rispondeva incredibilmente con un netto rifiuto, arrabbiata, come se stessi per farmi rivelare un alto segreto di Stato. Chi cercava di coprire o da chi era ed è stata plagiata? - mi chiedevo - vista l'impossibilità di strozzarla, non tanto per non finire in galera (ero e sono ancora un figliolo rispettoso e pietoso), rinunciai dopo vari tentatavi infruttuosi, finiti sempre con il solito attegiamento mafio-omertoso, incazzatissimo della mater-dolorosa. Vabbè che siamo in un paese mafiocratico, ma io personalmente ne restai e ne resto tuttora esterefatto. Non capisco proprio la spiegazione di questa impuntatura materna. Fatto sta che anche in età adulta mi venivano somministrati psicofarmaci, a mia insaputa. Lo so, poiché venni a scoprire talvolta degli psicofarmaci opportunamente e malaccortamente nascosti agli occhi del figlio pazzo, che di certo scemo non era.

Arrivo alla mia maggiore età (18 anni), e il medico Cammilleri di Campomarino (doveva avere forse qualche specializzazione in psichiatria) venne a casa a dirmi espressamente che - detto in parole povere - per il mio bene, avevo subito la cura psicofarmacologica. Mi consigliò (mi intimò con il suo affascinante savoir faire) di continuarla. In questo caso dimostrai di essere fesso..., ma ero incompetente e incapace di reagire, preso dalla fascinazione medica-curativa. A dire il vero, lì per lì, non riuscivo a capire la malattia imputatami, ma mi fidavo dell'esperto di turno che si era presa la briga di venire addirittura in casa mia a dirmi la verità e a darmi consigli. Passarono alcuni anni (quasi un decennio) e cominciai a rendermi conto della fasullità della psichiatria e della medicina ufficiale in generale. Rinunciai a prendere farmaci, rinuncia alla quale sopperiva mia madre, a mia insaputa, dietro ovvio consiglio medico. Mi ritrovai insomma ancora psicofarmacotizzato, nonostante la mia maturità, ovvero la capacità di intendere e di volere, apparentemente ed ufficialmente concessami. On n'échappe pas à la machine. Se non credi alla cura, sarai ugualmente in-curato. Da queste tristi esperienze personali deduco che la somministrazione degli psicofarmaci avvenne all'età di sette anni (dico sette anni), dopo essere stato dimesso dall'ospedale per un attacco di meningite, quasi certamente dovuta a una maledetta vaccinazione scolastica. Anche per la vaccinazione scolastica e la malattia da dichiarare ci fu allo stesso modo un muro di gomma genitoriale-dittatoriale univoco. Ma questo è un altro fatto, anche se strettamente
correllabile.

Anatomia dell'informazione
Giornalume tele-invasivo: - ... Bambini iperattivi che non si fermano mai. Spesso si tratta di una vera malattia che va curata con dei farmaci per il benessere dei bambini.Perché è una malattia? Perché non il benessere delle industrie farmaceutiche? Perché non viene abbozzata nessun altra possibilità di cura alternativa? 
Padre: - Ebbene, i problemi sono sorti con la scuola, scarsa socializzazione, poco rispetto delle regole, poca applicazione proprio a livello didattico, quindi problemi con i compagnetti, con gli insegnanti,...Importantissima è l'apprensione dei genitori (in genere vittime della loro stessa ignoranza) per la salute del bambino. Lo spettro dell'asocialità e della diversità incombe come una nube futuribile e minacciosa sulla famigliola
Madre: in piscina si ribellava e a un certo punto ha tirato la tavoletta addosso alla sua istruttrice...Sostegno materno alla cura
Voce fuoricampo telegiornaliera: - Impulsivo, aggressivo, sfugge alle regole e alla compagnia dei coetanei. È un bambino iperattivo. Alla base dei suoi comportamenti non c'è la semplice vivacità, né un problema di educazione, ma una malattia: la sindrome da deficit di attenzione.Viene stabilito una volta per tutte che non vi è alternativa e altra causalità. Si tratta appunto di una malattia: la fantascientifica sindrome da deficit di attenzione.
Esperto di turno (in borghese) [al secolo prof. Paolo Curatolo, neuropsichiatra infantile dell'Università di Tor Vergata (ROMA)]: - Il disturbo da deficit con attenzione di iperattività, è uno dei più comuni disturbi del comportamento del bambino ed è caratterizzato da eccessivi livelli di inattenzione, con un comportamento di iperattività e di impulsività. Non è un disturbo banale o passeggero, perché tende a persistere nella maggior parte dei casi, anche nell'adolescenza, dove si verifica a volte un disturbo positivo-provocatorio, e delle condotte di disadattamento sociale.Non si fa che ribadire il concetto precedente di indiscussa malattia senza altra possibilità curativa e causalità. 
Voce fuoricampo telegiornaliera: - Malattia che colpisce in forme più o meno gravi, un ragazzo su trenta. Comportamenti tipici: non sedersi a tavola durante il pranzo, guardare la tivvù a testa in giù, non concentrarsi nei compiti e muoversi di continuo. Statistica propagandata a sostegno della realtà della malattia. 
Esperto di turno (in borghese): - Le cause sono di tipo neurobiologico. I fattori genetici hanno una rilevanza importante, associati però a dei fattori di rischio prenatali e perinatali, come ad esempio l'esposizione al fumo e all'alcool in gravidanza e una nascita di basso peso o a una nascita prematura.Conferma e rafforzamento ulteriore della diagnosi, senza possibilità di smentire, dato che non c'è contraddittorio da parte di altri medici.
Voce fuoricampo: - Ma la sindrome spesso non viene riconosciuta, in famiglia o a scuola, dove il bambino può suscitare l'ostilità degli altri.Di nuovo la descrizione sintomato(i)llogica e la possibilità di comprendere un certo comportamento atipico del bambino.
Padre: - Lo isolavano. Lo isolavano letteralmente e quindi lui diventava ancora più cattivo. Perché... il problema è che loro andavano avanti anche a livello didattico... lui vedeva la differenza, la nota, e quindi cercava di fermarla in qualunque modo. Il modo poteva essere a volte anche fisico.Sostegno paterno e descrizione degli effetti dovuti al comportamento anomalo nel bambino.
Voce senza-scampo telegiornaliera: Il disturbo si diagnostica osservando il bambino a casa, a scuola e nel gioco... Testi psicologici studiano lo sviluppo delle sue facoltà. Qui il piccolo paziente è invitato a riconoscere gli elementi mancanti nelle figure che gli vengono mostrate. Riesce a concentrarsi per pochi minuti. Ma per tutto questo esistono oggi terapie efficaci.Ribadire il concetto di diagnostica e malattia e il fatto che esiste soltanto questo tipo di cura  (terapie efficaci) : farmacologica e di tipo psico-educativo e cognitivo-comportamentale come più avanti espresso dal camice bianco in borghese.
Esperto di turno (in borghese): - Nei casi più lievi utilizziamo dei programmi di tipo psico-educativo e cognitivo-cmportamentale, che sono in grado di ottenere dei miglioramenti. Nei casi più gravi, quando i sintomi sono più critici, è necessario abbinare ai trattamenti cognitivo-comportamenteli, un trattamento farmacologico che può migliorare in modo significativo, già in poche settimane, la qualità della vita dei bambini e migliorarne la prognosi a distanza.Colpo di (dis)grazia informativo e sproloquio iperdidattico. Cosa sarranno mai i programmi di tipo psico-educativo e cognitivo-comportamentale? Cos'è la prognosi a distanza? Linguaggio tecnico; quanto basta per garantirne l'incomprensione e l'adesione incondizionata alla cura ai più.
Madre: - S'è visto subito che lui prendendo il medicinale è migliorato a 360 gradi, diciamo, e praticamente adesso interviene quando i bambini giocano. Relaziona con tutti quanti. Riesce a stare un pochino di più in classe, non si alza come faceva prima... La voce della mamma non dà adito a dubbi: il risultato della cura è più che soddisfacente. Peccato che non si è intervistato il bambino, e del resto cosa potrebbe dire e controbattere una volta per tutte che si è deciso per lui e del suo destino.
Padre: - Non sottovalutare [tempestiv]amente questi segni del bambino che comunque sono veramemente risolvibili... Idillio finale con Vasco in sottofondo che entra prepotentemente in scena musicalmente cantando: anche se tante cose un senso non ce l'ha...]. Tante cose non ce l'hanno un senso. Ma, nel caso della medicina statale-industriale, si trova sempre modo di dare un senso della malattia a tanti comportamenti che un senso non dovrebbero proprio averne.
SCONCLUSIONE.

L'informazione fornita non ha nessun contraddittorio, e nessuna possibilità quindi di repliche. È ben costruita, professionalmente. I giorna(na)listi sono abbastanza ben preparati nel curare la forma e il meccanismo della notizia, ma il contenuto è quello fornito dal potere, industriale in questo caso. Appare diverse volte l'esperto di turno ufficiale, e mai un medico alternativo (e ce ne sono tanti!) che possa controbattere a queste asserzioni soliloquiali ammantate da scientificità. Brutta cosa quando oggi come oggi la scienza è asservita al potere economico. La genitorialità espressa in tutta l'ignoranza (nel senso che ignora) e apprensività, volta a giustificare, o se non altro, a rafforzare l'informazione nel suo complesso.

Esistono anche trasmissioni alternative, alquanto rare, come per es. C'era una volta che, anche se non arrivano proprio a una visione massima di 360 gradi, forniscono comunque notizie abbastanza attendibili e affidabili, rispetto a certi telegiornali demenziali-padronali che non ne forniscono proprio, o meglio: forniscono la notizia, ma chissà dove si sarà smarrito, strada fingendo, il fatto. Nel video sottostante l'inchiesta svela la drammaticità del business farmaceutico e alla malattia, così forbitamente chiamata sindrome da deficit di attenzione, viene data uno scarso valore statistico. Nel parolume del telegiornale non se ne fa menzione di questa faccenda tremenda. Si informa del fatto che spesso certi comportamenti del bambino, come l'iperattività, sono sintomi di una malattia. Perché il problema è affrontato così diversamente nelle due inchieste o informazioni?... anzi nel primo caso sembra che il problema non viene affrontato proprio: si dà una visione tipica dell'evento come fosse pubbicità e non inchiesta, talché la notizia, così curata nella forma, sembra sottendere un'informazione da consigli per gli acquisti e non la notizia riportata di un fatto. Diceva qualcuno che "i giornalisti informano i fatti e non sui fatti". Ed è così. Vedere e confrontare le due versioni per credere.

Comunque entrambi, sia il telegiornale che l'inchiesta, hanno questa tara di fondo: la definizione di malattia per un determinato comportamento del bambino. Non si rinuncia mai definitivamente alla dittatura della scienza ufficiale. La medicina detta sempre legge. Parlo per quel 3 o 5% di bambini che dovrebbero esserne affetti. In questo caso, potrei anche credere ad una malattia ma non nell'efficacia della cura, per forza imposta(ta) e determinata con parametri di definizione forniti dalla medicina ufficiale. Manca in un modo o nell'altro sempre il suono di un'altra campana. Dove c'è o si presume vi sia una malattia, c'è sempre pronta la cura medica e mai una qualche cura alternativa che la possa sostituire. Chissà mai perché...