Hanno deciso che io dovessi ritornare alla casa situata in paese. E infatti dopo due anni mi ritrovo adesso proprio nella casa al centro del mio adorato paese... Sono interdetto di fatto e su questo non ci piove. La cosa non finirà qui, dato che sotto sotto covano ancora altri progetti invalidanti ai miei danni (definiti però "per il mio bene"). Questo è certo, è vangelo. Simili attenzioni ossessive verso il divergente, dimostrano chiaramente che la follia (già di per sé opinabile) è molto comune nella normalità più che nei singoli individui. Sono perfettamente capace di intendere e di volere, naturalmente, ma senza possibilità di giungere alla realizzazzione di ciò che voglio, in quanto la mia volontà viene negata, bypassata. L'erba voglio cresce solo nel giardino clientelare del re. È geniale, solo la psichiatria poteva concepirla: l'interdizione lo è di fatto, ma non lo è legalmente. Non si può fare appiglio a nessun ricorso o impugnazione, in quanto non vi sono documenti o prove che l'attestino. Questo è un ottimo esempio dell'evidenza del sistema mafioso sociale. La società è mafia, c'è poco da fare. Come si può vivere quando sai che tutta la tua vita è stata già progettata a tavolino, in barba alla capacità d'intendere e di volere?... Semplicemente: non si vive: si sopravvive. Nino ne morì. Credo per i troppi legami (a filo doppio) affettivi e amicali. Io sopravvivo grazie alla mia a-socialità alla mia a-tuttaggine, alla mia inimicizia... Anche se morire non è il male peggiore, a conti fatti. La cosa inquientante è che il progetto a tavolino di cui sopra sembra essere di durata pluriennale, decennale addiritura, o anche duraturo quanto l'intera vita. A tale negazione della volontà individuale viene man mano, di pari passo, attuato il progetto sostitutivo, costituito anche e soprattutto di situazioni concrete create appositamente, ovvero: si crea realtà dal nulla. L'individuo non si troverà quasi mai in una situazione casuale, ma in una situazione-condizione causata ad hoc. Per una persona sensibile ciò può essere a volte letale (vedi Nino), in quanto l'individuo, per quanto buone siano le intenzioni, non riesce più a percepire la realtà (diventata ormai virtuale) se non come progettualità altrui, proiezione persecutoria di sistema nei suoi confronti, e come negazione della propria esperienza soggettiva. Questa demenza persecutoria la si ritrova dappertutto: in famiglia, nell'ambiente, nelle istituzioni... Insieme al double bind che ne deriva, rappresenta il processo principe per sopprimere "chi è voce al presente": non si vive ma si è vissuti. |
Gianni Lannes a radio radicale
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Ecco l'intervista senza censure del 5 febbraio 2013 Su Radio radicale
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12 anni fa
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