sabato 26 gennaio 2013

Sacro patto clientelare per l'interdizione

Promesse... dismesse.
In merito alla sacralità del patto clientelare, onde rilevare quanto radicato sia questo squallido pregiudizio, o dogma che dir si voglia, fornirò come evidenza il bilancio (in rosso) della mia condizione attuale in cui mi sono venuto a trovare proprio a causa di esso.
  1. Circa due anni fà, mi ritrovo a (s)possedere, dopo la morte di mia madre, una casa (praticamente più che inutile per le mie esigenze), della quale non posso vendere nemmeno la mia quota ereditaria. Coincidenza?... o cos'altro?...
  2. 13-14 mesi fà, sono stati mandati ad hoc dei cacciatori per sparare (a scopo intimidatorio, presumo) in direzione della casetta-porcile dove dimoravo... Già prima dell'evento mi era stato intimato di ritornare in paese con le buone...
    Coincidenza?... o cos'altro?...
  3. Un paio di mesi più tardi (a febbraio) mi arriva in campagna il maresciacallo che porta la lieta notizia del tentativo interdittorio, alquanto sospetto, da parte di mia sorella; all'uopo intervennero tre donzellette inviate dal reparto termolese, di cui una psichiatra, che avrebbero dovuto constatare la salute psichica del sottoscritto.
    Coincidenza?... o cos'altro?...
  4. Mi viene proibito, in modo alquanto ambiguo l'installazione di pannelli  fotovoltaici in campagna che non avrebbero comportato nessuna modifica strutturale. Figuriamoci!... uno sgabuzzino!
    Coincidenza?... o cos'altro?...
  5. Considerati i precedenti e prevedendo, di conseguenza, un più che probabile sfratto, decisi di aquistare una roulotte, in modo tale che, comunque andasse a finire la faccenda, un rifugio per il sottoscritto rimaneva comunque, e per di più mobile... Anche questa possibilità mi viene negata, come spiegato altrove.
    Coincidenza?... o cos'altro?...
  6. Sono stato da due giorni buttato fuori dalla casetta-sgabuzzino-porcile di Mario Totaro, il cui utilizzo era per me quasi vitale. In pieno inverno!...
    Coincidenza?... o cos'altro?...
Questo è solo un minimo elenco delle coincendenze, quelle più grossolane, diciamo. Da ciò è facile dedurre che esiste di fatto un processo interdittorio, solo in minima parte dovuto a mia sorella. Non sbaglio certamente a valutare se dico che vi sono implicati: la famiglia (fratello, sorella, cugini, ecc...), l'ambiente e i suoi costituenti più o meno principali (comunali, caserma, gentaglia, ecc...) e soprattutto quel deus ex machina che è la psichiatria. Non male come complotto.

Hanno deciso che io dovessi ritornare alla casa situata in paese. E infatti dopo due anni mi ritrovo adesso proprio nella casa al centro del mio adorato paese... Sono interdetto di fatto e su questo non ci piove. La cosa non finirà qui, dato che sotto sotto covano ancora altri progetti invalidanti ai miei danni (definiti però "per il mio bene"). Questo è certo, è vangelo. Simili  attenzioni ossessive verso il divergente, dimostrano chiaramente che la follia (già di per sé opinabile) è molto comune nella normalità più che nei singoli individui.

Sono perfettamente capace di intendere e di volere, naturalmente, ma senza possibilità di giungere alla realizzazzione di ciò che voglio, in quanto la mia volontà viene negata, bypassata. L'erba voglio cresce solo nel giardino clientelare del re. È geniale, solo la psichiatria poteva concepirla: l'interdizione lo è di fatto, ma non lo è legalmente. Non si può fare appiglio a nessun ricorso o impugnazione, in quanto non vi sono documenti o prove che l'attestino. Questo è un ottimo esempio dell'evidenza del sistema mafioso sociale. La società è mafia, c'è poco da fare.

Come si può vivere quando sai che tutta la tua vita è stata già progettata a tavolino, in barba alla capacità d'intendere e di volere?... Semplicemente: non si vive: si sopravvive. Nino ne morì. Credo per i troppi legami (a filo doppio) affettivi e amicali. Io sopravvivo grazie alla mia a-socialità alla mia a-tuttaggine, alla mia inimicizia... Anche se morire non è il male peggiore, a conti fatti. La cosa inquientante è che il progetto a tavolino di cui sopra sembra essere di durata pluriennale, decennale addiritura, o anche duraturo quanto l'intera vita.

A tale negazione della volontà individuale viene man mano, di pari passo, attuato il  progetto sostitutivo, costituito anche e soprattutto di situazioni concrete create appositamente, ovvero: si crea realtà dal nulla. L'individuo non si troverà quasi mai in una situazione casuale, ma in una situazione-condizione causata ad hoc. Per una persona sensibile ciò può essere a volte letale (vedi Nino), in quanto l'individuo, per quanto buone siano le intenzioni, non riesce più a percepire la realtà (diventata ormai virtuale) se non come progettualità altrui, proiezione persecutoria di sistema nei suoi confronti, e come negazione della propria esperienza soggettiva.  Questa demenza persecutoria la si ritrova dappertutto: in famiglia, nell'ambiente, nelle istituzioni... Insieme al double bind che ne deriva, rappresenta il processo principe per sopprimere "chi è voce al presente": non si vive ma si è vissuti.

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