domenica 29 novembre 2009

Deformità

Io sono come voi mi fate diventare. Ma non potendo esserlo presumo che fra poco avrò una delle mie crisi.

- Esplosione verso la comunità borghese costituita -


Come volete dunque che io sia?
Il vestito che mi avete cucito addosso, più che un abito da sposo, mi sembra un camicia di forza.
E’ la stessa forza che usate contro di me.
- Mi mostrate pietà ma io non ne ho bisogno e vi compatisco, e allora cosa fate?
Mi mostrate disprezzo. Indifferenza.
Perché non vengo accettato per quello che sono?
La mia vita si rivolge contro l’ambiente in cui vivo.
Si dirà poi, ipocritamente con fintotondaggine magari, che è colpa della mancanza di lavoro.
Voglio fare però di testa mia. E’ questo il guaio!
Ma io non riesco più a sopportare questa tiritera, questo duello amletico fra me e la gente, e m'accascio cadendo come al solito nella disperazione.
Corroso dalla peste, nel mio atroce delirio mi ritrovo così solo, accasciato, chiedendo implorante il perdono.

Aiutami tu, donna, io da solo non ne sono capace.
Ma tu non sei abbastanza forte da sopportare la mia disperazione, e così mi rivolgo a Dio.
Ho pregato, ho pregato... ma lui non c’era.

Se Dio è dappertutto - mi chiedevo - come mai non si fa trovare mai? Dio, come parola, si può trovare sulla bocca dei credenti. Alcuni dicono di averlo nel loro cuore. Io penso di avercela con Lui.

Forse sono proprio un indemoniato. Ho nel cuore Il demonio di tutti.

- Tutti lo nascondono così bene -

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