domenica 29 novembre 2009

Il mestiere del buon partito


"L'amore è eterno finché dura." (dalle Leggi di Murphy di

L’amore, se fosse amore, sarebbe una cosa meravigliosa. (Carlo Giordano)

C’è un detto spagnolo che dice: ‘Tutto si paga col denaro, l’amore si paga con l’amore’. Io ridurrei l’insieme a: ‘Tutto si paga, direttamente o indirettamente, col denaro, anche l’amore’. Per esperienza (ormai ho quarant’anni) so che un mal partito non è mai ben visto.  Qualsiasi cosa si faccia ci si sente giudicati in bene o in male, a seconda se si rientra nella norma oppure se se ne discosta.
‘Sono un artista, voglio affermare me stesso!’ significa inevitabilmente essere posto nel dimenticatoio, in una zona marginale dove confluiscono i pettegolezzi, i raggiri, le intolleranze e gli eventuali aiuti mirati. Si è visti insomma un po’ come il diavolo alle prese con l’acqua santa.

Quale demone mi terrà legato alla mia diversità non lo so. So solo che esiste un inferno dove vengo spesso relegato per lo scopo di taluni, per essere da monito presumibilmente a chi vorrebbe dissentire; stando male, possono così approfittarne per concedermi il loro aiuto a patto che...

Un siffatto amore quindi rivela sempre qualcosa di estraneo alla sua essenza, che è quella di volere amare: una posizione economica sicura, un normale rapporto tra persone che si adeguano. Quindi la capacità di amare è vincolata fortemente a delle istanze materiali. Tutto ciò è acquisito come un dato evidente, normale, giusto, apertamente riconosciuto e confermato socialmente. L’amore può venire visto altresì come qualcosa che attizza, una invasione di desiderio e di pulsioni che tendono a sfuggire a un autocontrollo, a una gestione razionale.

La capacità di amare presuppone però il "rispetto per l’altro" (Fromm), significa comprenderlo, prendersi cura, interessarsi ai suoi problemi, non avere scopi secondari; dovrebbe essere presumibilmente uno scambio reciproco.

Altresì possiamo affermare che esiste una forza interna, scritta nel codice genetico, che tende ad estrinsecarsi ad attuare il suo destino biologico rivolgendosi all’altro sesso.

L’amore può rivolgersi al suo oggetto o ai suoi oggetti e non è, né può essere, solo estrinsecato nella sessualità. Si può amare l’amante, la prole, i genitori, delle persone a cui si è particolarmente affezionati, l’arte, delle vocazioni particolari.

Spesso si chiama impropriamente amore un egoismo collettivo. L’amore non è una ovvietà, e, parafrasando un certo detto possiamo dire: le vie dell’amore sono infinite.

La società invece definisce l’amore, dando una forma a ciò che è informe, ne stabilisce i confini, lo incanala per vie che le sono consone. In questi luoghi abbandonati da Dio l’amore per la famiglia è il vero amore, quello per l’arte è un disonore.

Da quanto detto si può dedurre che l’amore, il vero amore non esiste, si può intra-vedere nei film, lo si può pensare inserito nell’immaginario collettivo, ma resta infondo solo un immagine. Faremo bene allora a parlare, in modo più appropriato, della "capacità di amare", eliminando per sempre un termine ambiguo così falso e logoro.

Possiamo affermare: amore e odio in fondo sono le due facce della stessa medaglia. Non si ama senz’odiare, né si odia senza amare. La perfezione non esiste. Due amanti, così vicini, eppure tanto lontani.

Il signor t’amo lo visto
uscire a braccetto
insieme alla signorina t’odio.
Andavano perfettamente d’accordo,

dicevano fra loro:
"Non ci lasceremo mai
- oppure - "Lasciami per sempre!"

Che volete che vi dica:
Io, tu, loro.
Siamo tutti uguali,
come pure si potrebbe dire:
siamo tutti macchiati dallo stesso crimine.

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