domenica 29 novembre 2009

L'uomo animale sociale

"...e mentre anche se costretto a chiedere la carità, un uomo può essere e rimanere libero, nessuno mai può essere libero se costretto a essere simile agli altri." (Oscar Wilde (1856-1900))

Si dice spesso che l'uomo, in quanto specie, non può vivere solitario, adducendo prove e ri-prove a favore di questa tesi. È uno strano dogma culturale questo, così radicale e radicato nel mentalità ordinaria. L'uomo: essere sociale. La storia ci insegna raccontandoci delle guerre, di crimini atroci, smentendo di sana pianta questa becera visione acritica e asfittica del becero logos comune. Come se il più importante rapporto che possa instaurare l'essere umano sia quello col suo simile e non con il mondo, non specificamente di creazione umana, ma semmai naturale.  " L'uomo non può vivere da solo" è una bella cavolata. Chi è che lo stabilisce? E' più probabile invece che non possa vivere nell'odierna civiltà che lo esaspera mettendolo a dura prova giorno dopo giorno. Chi fra noi non ha mai sognato un isola deserta dove poter trascorrere tutto il tempo lontano dai quotidiani grattacapi? Robinson Crosué è sempre fra noi pronto a scappare, diventando un altro ricercato, un altro dei tanti casi, (apparentemente misterioso) da risolvere, dando così materia prima alle  trasmissioni televisive del tipo "chi l'ha visto".

La solitudine viene vista come qualcosa di estremamente negativo, come una forma di malessere dell'anima, una fuga dal mondo, un introversione che ci sprofonda nella depressione senza fine. Per esperienza so che non è così, anzi semmai ho sperimentato il contrario. La gente in fondo guarda le apparenze. Con la gente si potrà instaurare generalmente un rapporto per forza di cosa per lo più superficiale, magari di tipo evasivo, perdendo di vista il proprio centro vitale ed essenziale. Si può scherzare, ridere, divertirsi, discutere, instaurare
rapporti interpersonali, ecc..., però fatto sta che il centro restiamo sempre noi ed essendo esseri naturali riusciamo a stare bene solo instaurando un rapporto naturale e spontaneo verso il mondo, essendo noi animali uomini parte di quello. Se l'ambiente umano è troppo deteriorato la solitudine allora può rappresentare un'ancora (l'unica) di salvezza. Se ammettiamo, come è giusto, che la spontaneità è l'anima dello stare bene, dobbiamo per forza trarre le conclusioni che, se si vuole vivere bene e vivere a lungo, bisogna stare lontano dagli usi e costumi del regime societario, troppo alienante e paradossalmente non a misura d'uomo. Detto ciò potrei sembrare un misantropo (e forse lo sono) ma la pelle è "numero uno" e se per salvarmi devo misantropare allora misantropo, misantropo.

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