domenica 29 novembre 2009

Razionalità


"Il mio orrore per la tecnologia finirà per farmi arrivare all'assurda credenza in Dio." (Luis Bunuel)

Non è obbligatorio credere in Dio, in virtù del quale possiamo così essere distinti in atei e credenti, laici e clericali. Giustamente. Guai però a non credere nella scienza! (Carlo Giordano)

" Che senso può avere l'affannarsi per qualche cosa che tende verso l'annientamento?" (Raphael)

[...] Una società basata sul consumismo o sulla dittatura del materialismo corporale-formale è una società che evade il problema di fondo, che cerca di stordirsi ma non di risolversi e ritrovarsi. (Raphael)

Comunemente il ‘modo di fare’ per raggiungere un qualsiasi ‘obiettivo’ è quello che si rapporta alla razionalità. Tutto viene sistematicamente e preventivamente studiato. Siamo in effetti circondati da miriadi di oggetti che sono il frutto di questo studio. Abbiamo sistemi e modelli (sociali, economici, politici, religiosi ecc...). Ovunque si posa lo sguardo c’è una marea di cose pensate, oggetti costruiti per una specifica utilità. Ovunque ‘spostiamo’ la nostra immaginazione non possiamo fare a meno di constare che tutto è predisposto a una finalità prettamente ‘ragionata’. Ciò che opera nell’arte è invece un ‘intuizione’, un metalinguaggio di ordine superiore. E’ come disfare un mondo ordinario per far posto ad un 'altro' mondo .

Esiste una condizione e un modo di esprimere la propria essenza che non è riconducibile a un sistema logico-razionale di programmazione, costruzione e commercializzazione del ‘prodotto’. Quello che ‘l’anima’ produce comunica attraverso un ‘moto interno imperscrutabile’. La nostra civiltà è così poco propensa alla Fede, all’irrazionalità ( sistematicamente repressa).

Ma ciò che vogliamo nascondere o relegare ai margini torna prepotente a scompigliare le nostre ‘ovvietà’ quotidiane. Chi o cosa crea destabilizzazione dovrà per forza essere messo al ‘bando’ e a tale proposito ci sono strutture adeguate che hanno proprio la funzionalità di tenere a bada certe ‘incongruenze irrazionali’ . Esistono leggi, decreti, codici, ecc...Ci sono per i trasgressori pene pecuniarie, sistemi carcerari, detenzione psichiatrica, e chi più ne ha più ne metta: e la società costituita ha tutti gli strumenti adeguati a tale proposito. E’ molto difficile essere ‘veri’ in un mondo che ci mette nelle condizioni del ‘si salvi chi può’. Dobbiamo tutti per forza sviluppare una strategia di sopravvivenza.

I ‘professoroni’ blatterano fingendo di saperla lunga sulle questioni etico-morali, su come migliorare la produttività, come creare nuove imprese, nuovi posti di lavoro, ma ciò che resta ‘al di là’ da questo caos razionale rimane relegato nell’al di là e se per caso accidentalmente accedesse nell’al di qua’ subirebbe di certo una censura, una deformazione poiché incrementerebbe il pericolo di una destabilizzazione, a meno che il sistema non riesca ad assorbirlo e a reintegrarlo.

Un unità creativa per un ‘vizio’ di natura è difficile da inglobare, da tenere a bada poiché per definizione è in evoluzione dinamica, difficile da catturare, crea squilibrio nello status quo, ‘devasta’ i ‘luoghi’ consuetudinari. Ma la società in effetti ha bisogno di avere alle sue dipendenze unità creative ‘controllabili’, basti pensare a quanti artisti, scienziati e uomini di cultura hanno formato il nostro patrimonio umano-culturale insostituibile.

E’ sappiamo, e la storia ci insegna, come molto spesso venivano trattati questi uomini che hanno stravolto con le loro idee e opere il sussiego della società del loro tempo. Una volta passata la fase ‘destabilizzante’ si passava alla fase successiva e cioè quella di ‘reintegrazione’. Bisogna far pagare un prezzo a chi osa mettere in discussione i dogmi acquisiti. Tanti prometei hanno costruito e messo a punto un mondo che a noi appare ovvio, ma che in effetti non lo è mai stato.

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