domenica 29 novembre 2009

Incomprensione

« Là la richesse universelle permettait bien peu de discussion éclairée ».

"l’universale opulenza dava scarso adito alla discussione illuminata". (Jean Arthur Rimbaud)

"Ovunque uno si trovi e per quanta illuminazione ci sia intorno, comunicare con gli altri è veramente difficile." (John Updike)

Io non sono nemmeno intravisto nell’opinione altrui e, per quanto mi sforzi (con tutte l’energia e la volontà che ho) per farmi comprendere, resterò per sempre la notizia che di me divulgano gli altri. (Carlo Giordano)
Io non voglio che si debba capire per forza quello che viene definita: la mia stravaganza. Se non la si capisce non importa. Fa lo stesso. Restate pure ignoranti. Anche io del resto rinuncerei a capire questa incomprensione. Resterei ignorante. C'è un magazzino dunque dove vengono ammucchiate tutte le incomprensioni, che voi chiamate dottrina, sapere... Sta solo nella vostra testa. C'è un altro magazzino dove giacciono gli incompresi che voi chiamate pazzi. Se svuotate la vostra testa di tutta la sapienza accatastata vi accorgerete che i pazzi spariranno.

La sapienza cataloga.
L'ignoranza controlla.
L'intolleranza porta a giudicare.
Il giudizio è insicuro.

L'insicurezza genera paura.
La paura è la madre di tutte le intolleranze.
La follia è tutto. La sapienza è niente.
- Il mare è così grande! -
Il sapiente presumeva di sapere la follia.
Il folle rideva e canzonava
oppure goffamente si schermiva.

Bisognava trovare un'intesa,
un punto in comune.
Il sapiente e il folle si incontrarono nel bosco
per discutere o scannarsi, non si sa.
Ci fu un rimescolio di carne.
Solo uno ne uscì vivo,
benché entrambi morti.

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